Il Sipario Storico

Il sipario storico del Teatro, dipinto a tempera su tela, misura 8,20 metri di larghezza per 6.80 metri di altezza (per un totale di 55,76 mq). Esso fu inaugurato poche settimane dopo il teatro, precisamente il 9 febbraio 1868, come è attestato in un "Avviso" attaccato sul retro. Venne dipinto dal pittore di formazione fiorentina Dario Maffei e raffigura, con una scena dai toni fortemente melodrammatici, uno degli episodi storici più importanti del Medioevo a Castelfiorentino: la firma, avvenuta in Piazza del Popolo davanti alla chiesa di San Lorenzo, della pace tra Siena e Firenze dopo la battaglia di Montaperti, nel 1260.

Nell'"Avviso" si legge che "l'importanza dell'atto e la solennità del medesimo contribuirono non poco a rendere illustre il nostro Paese, cui offrivasi di dare il proprio nome a cotesta pace sì celebre e sposando in tal modo a nobil memoria al nostro Teatro, la Società crede di aver ben meritato del Paese e se ne attende ampie testimonianze nel vostro concorso, nel favore onde vorrete proseguire l'opera del distinto artista Sig. Maffei la cui fama ormai è nota abbastanza per l'esecuzione di siffatti lavori per teatri d'Italia che se ne contesero il
pennello".

Si tratta di una importante testimonianza della storia artistica di Castelfiorentino, divenuta fantomatica per più generazioni, dopo che il sipario, arrotolato, era rimasto per decenni sotto il palcoscenico. Il sapiente restauro, realizzato grazie al finanziamento della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, che ha impegnato per mesi Fabrizio Iacopini e la sua équipe ce lo ha restituito in tutta la sua imponente bellezza. La ricollocazione del sipario sul palcoscenico, in occasione del concerto del Maestro Zubin Mehta, ha completato nella maniera più degna il restauro del Teatro.

 

Restauro sipario Teatro del Popolo

Restauro sipario Teatro del Popolo 2


I testi sono elaborazioni redazionali tratte da saggi di: Piero Guicciardini, Marco Magni, Giovanni Parlavecchia, Luigi Zangheri.

Le foto  sono di David Bastianoni, Antonio D'Ambrosio, Remo Taviani.